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Bachata le origini

“Bachata antica”: Musica, Canto e Ballo



Originariamente il termine bachata aveva un significato diverso rispetto a quello attuale, era infatti un tipo di riunione sociale legata alla “jarana” (letteralmente chiasso), una sorta di momento ricreativo popolare dell’epoca. Come spiega l’antropologo, etnomusicologo e saggista cubano Fernando Ortiz l’etimologia della parola “bachata” deriva da “baldoria”, “bisboccia”, “festa”, una riunione sociale che aveva luogo in qualsiasi punto consentisse aggregazione, non connotava un genere musicale. Durante queste feste la bachata coniugava musica, canto e ballo e il Re incontrastato della festa era il “Bolero”, un bolero ballabile, chiamato “Bolero ritmico-antillano”; oltre a questo, poi, si ballavano e cantavano anche Guarachas, Rancheras e Merengues, tutte musiche scandite dal ritmo immancabile della Chitarra.


Le cose sembrano cambiare nel 1955, come riportato dallo scrittore dominicano Ramón Emilio Jiménez, in cui i termini “festa”, “ballo” e “bachata” trovano una diversa connotazione, si dava, anzi, per scontato che le tre erano celebrazioni diverse: il “Ballo” era la celebrazione per eccellenza dello sfarzo delle classi agiate, quella che aveva sede in sale di lusso, dove spiccavano le danze selezionate dell’epoca, con la presenza di grandi orchestre; le “feste” erano quelle in cui predominavano il Merengue e altri ritmi folclorici, accompagnati da semplici strumenti musicali quali la guira, il tamburo e la fisarmonica; nella “Bachata”, invece, si usavano strumenti come le chitarre, il bongó e i palitos (piccoli legni) o i cucchiai ed altri strumenti affini. La Bachata emerse come genere musicale nel 1961, come musica popolare dominicana nativa, che racchiudeva al suo interno le musiche latinoamericane suonate con la chitarra, come il bolero, la ranchera e il son.

La composizione di un tipico gruppo di Bachata


Il tipico gruppo di Bachata è composto musicalmente da due chitarre, dalle maracas – sostituite poi con la guira – e dal bongó o a volte dal tamburo. Gli strumenti erano suonati per lo più da musicisti improvvisati – in un’ambiente isolato della periferia urbana o rurale – che tuttavia sapevano imprimere ai ritmi utilizzati per il ballo le sfumature proprie di quel marginale universo. Fu così che – dalla tettoia di una casolare di campagna o dal parco di una ridente città – la Bachata subì una lenta evoluzione negli anni che la vide trasformarsi da “complesso socio-musicale”(fusione di ritmi, melodie e strumenti tipici della Repubblica Domenicana) a vero e proprio genere musicale, diffondendosi anche tra le classi sociali più agiate dove era ancora considerata focolaio di passioni peccaminose ed immorali. La Bachata divenne qualcosa di diverso. Non era più l’attività che designava nè il gruppo musicale che la rallegrava, ma una melodia dal sapore nuovo: non era bolero, né guaracha, né son ma qualcosa di nuovo.

Un esempio di “bachata rurale”

I primi fenomeni di massa della Bachata: gli anni sessanta e settanta


I precursori della futura Bachata furono i primi interpreti del bolero latinoamericano dei primi anni ’60 quali: Julita Roos, Bienvenido Granda, Olimpo Cárdenas, l’ecuadoriano Julio Jaramillo e il portoricano chiamato “El Jibarito de Lares” (Odilio González). Ma il primo vero interprete di grande impatto sociale del genere (all’epoca conosciuto come “canzone dal sapore amaro” – per le tematiche trattate come amori tristi e nostalgiche avventure) fu Rafael Encarnación che iniziò nel 1963 con la registrazione di due temi, “Muero contigo” e “Pena de hombre”. La popolarità dei suoi temi fu così ampia e veloce che portò gli annunciatori di allora a includerli nelle programmazioni regolari delle emittenti radio.


Nel 1964 registrò “Loco anhelo” (Pazzo desiderio), “Castigo de amor “(Castigo da amore) e “Sin rencores” (Senza rancori), ma la sua carriera si spezza il 23 marzo dello stesso anno a causa di un incidente che gli costò la vita, lasciando tuttavia registrati “Ay que amor” (Ah, che amore) e “Logré olvidarte” (Sono riuscito a dimenticarti). Rilevante fu anche la carriera di José Manuel Calderón per l’influenza che ebbe su altri artisti con temi come “Declaración de amor” (Amorcito de mi alma), “Borracho de amor” (Ubriaco da amare), “Quema esas cartas” (Brucia quelle lettere) e “Condena” (Condanna). Fu solo in seguito al grande successo di Luis Segura, soprannominato “El Añoñaito”, che la bachata comincia a diffondersi nelle discoteche e tra i non “bacheteros” (anche grazie all’opera di diffusione dell’emittente “Radio Guarachita” che diventò a breve il mezzo per eccellenza del genere).

Jose Manuel Calderon - Borracho de Amor

La Bachata moderna: la “Neo-Bachata”


La progressiva ascesa della Bachata e la sua conversione in fenomeno musicale è strettamente legata con la nascita e lo sviluppo del mercato della musica nella Repubblica Dominicana. Con i cambiamenti economici, sociali e culturali accaduti negli anni settanta (vedi i costanti flussi migratori dall’ambiente rurale a quello urbano, la crescita dei mezzi di comunicazione e la nascita di nuovi gruppi sociali urbani bisognosi di canali di espressione sociale) la Bachata subì poi, nel decennio degli ottanta, un progressivo processo di espansione e di trasformazione tale per cui la sua presenza sociale e il suo successo commerciale vennero catapultati anche fuori dal paese. In seguito alla sua diffusione nella città, la Bachata ricevette l’influsso dei musicisti urbani, più abituati ai ritmi accelerati, e acquisì più velocità dando così maggiore enfasi al ballo.


Ciò che differenzia la tradizionale Bachata da quella moderna è l’utilizzo delle nuove tecnologie per la produzione del suono e la nuova dimensione estetica, evidenziata dalla elaborazione musicale e dai testi delle canzoni. La Neo Bachata ruppe definitivamente i limiti sociali del genere e la spinse nel campo internazionale. Il principale esponente della “Neo Bachata” fu Juan Luis Guerra che in breve tempo eliminò le ultime resistenze al genere da parte delle elite dominanti, dando così alla Bachata una dimensione letteraria di indiscutibile carattere universale: emblematico è il cd intitolato “Bachata Rosa” pubblicato nel 1990.

Di seguito il video ufficiale dell’omonima canzone: